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Rocca d'Assisi, S. Natale 1999
Umbria e Francesco (Umbria)
     

La natura profonda del cuore verde d'Italia



«Amico e fratello di tutte le creature e di tutto il creato, Francesco ha riposto tanta sollecitudine, fraterna comprensione in tutti, tanta carità nel senso più elevato del termine, cioè amore, che la storia lo ha come ricambiato di una identica simpatia e ammirazione affettuosa generale. Tutti coloro che di lui hanno parlato o scritto - cattolici, protestanti, non cristiani, miscredenti -, tutti sono stati toccati e spesso incantati dal suo fascino».

JACQUES LE GOFF

«C’è sempre un raggio di luce: e il varco sta in Assisi; lo spiracolo viene dalla tomba di S. Francesco; il Santo è ancora là, con la sua lampada accesa, stretta nella mano sul cuore che sanguina. Possiamo ancora consolarci. La carità non è morta, ma soltanto in eclissi. Francesco parla anche ai briganti, anche ai carnefici. E prega sempre per noi».


M. RAMPERTI,

scrittore, giornalista, polemista

«Francesco non ebbe, in apparenza, una parte decisiva nella mia conversione al cattolicesimo, perché ero cresciuto in un ambiente protestante, che lo considerava come "un protestante anticipato"! Più tardi divenne per me un poeta, un mistico della montagna, il protagonista di un culto romantico della natura. Solo molto più tardi, compresi che San Francesco amò la natura perché meravigliosa creatura di Dio; non amò l'umanità in astratto, ma ciascun uomo. Nelle sue escursioni per le alture non cercava il godimento della montagna, le sue ascensioni non erano fine a se stesse. Come Gesù, Francesco saliva per pregare, per appartarsi dagli uomini ed entrare in un contatto con Dio».


ALNOLD LUND, alpinista

     
 

(a cura di Técne Art Studio)

 
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