I quattro cavalli dell'Apocalisse ( vai alle immagini ) | |||
«Alessio
Varisco ritorna nella sua Lombardia, dopo un anno di mostre nel centro
Italia, in particolare in Umbria, con stupefacenti svolte stilistiche.
Ora Alessio ha riscoperto le forme visive, le immagini della natura, spesso filtrate attraverso una delle passioni artistiche, l’obiettivo fotografico e le forme dei cavalli. Dall’incontro tra i disegni di teste di cavalli, in cui l’attenzione si concentra sull’espressività dell’occhio e i paesaggi montani nascono le teste dagli inquietanti cromatismi dei cavalli dell’Apocalisse. I
paesaggi dell’Engadina e del Maloja con i loro campi cromatici non
omogenei, ma ben separati, mostrano la lezione di espressionisti come
Hodler e Nolde (Alessio dichiara il suo debito verso il primo), ma sembrano
anche suggerire la lumeggiatura celeste-blu-turchese che trasforma il
cavallo nero
in una figura inquietante ma non minacciosa (la bilancia è espressione
di Giustizia, non di necessaria condanna). Il
primo piano giallo -rosso del Maloja si ricollega alle fasce di sfondo
del Cavallo di Camargue immerso in un cupo verde d’erba, che si
ritrova nel
Cavallo verdastro dal muso lumeggiato di giallo e di turchese, e dagli
spettrali occhi ciechi, bianchi: Morte. Su opposta sponda, a parere di chi scrive, si collocano i toni caldi che si insinuano in Alba argentata e che dominano in Dreamer: le tranquille acque in cui si specchiano i monti, l’espressione sonnolenta (o sognante, appunto?) del cavallo suggeriscono una pace interiore contrapposta all’inquietudine del blu e del verde dell’Apocalisse. Attendiamo
ora la visione di Alessio del
cavallo bianco e glorioso del Cristo trionfante... Milano, 07 aprile 2001 Prof.ssa
GABRIELLA CATTANEO |