«Dove
l’aria spira purissima, dove fioriscono altissime le Alpi, attorno
la valle dai vicini ghiacciai che dall’alto guardano giù
per i monti l’acqua spumeggia giorno e notte, verso il lontano mare,
dove i boschi di lanci sussurrano:
Ti saluto o Engadina!
Questa cascata di ruscelli dai ghiacciai, che mai di più grandioso
e audace? Le speculate superfici dei tuoi laghi, cosa mai di più
verde cristallo? Pareti rocciose e piani nevosi, boschi e pascoli tras
figurati nell’lnn, splendida immagine di solennità e mitezza:
Ti saluto o mia Engadina!
Dalle tue fonti e dalle tue fontanelle sgorgano meravigliosi zampilli,
da cui nascono nuove forze ed un ringiovanito coraggio di vivere. Pure
il vino della profonda valle
rende profumata l’aria delle tue montagne e la tua ospitalità
le pietanze:
Ti saluto o mia Engadina!
Cosa mai la città del gran mondo, i suoi sfarzi e la pompa delle
regie sale, le sue feste e canti, da vanti allo splendore di questa valle?
Rivedo i tuoi figli,
il loro sereno sguardo ed animo, mi unisco in coro ai loro canti:
Ti saluto o Engadinal
O valle, che una volta lottasti per la tua libertà ed amasti ardentemente
nello spirito la forza e l’innocenza dei puri costumi, rimani guida
della tua salvezza!
Dio ti conceda questa grazia. Echeggi in tutti i tempi Per monti e valli
sulle rive dell’lnn:
Ti saluto o Engadina!».
CANTO
DEGLI ENGADINESI
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