Milano, 2 marzo 2007 | ||||
Alessio Varisco per il Professor Gabriele Mandel Khan | ||||
«Quanti modi di dipingere, quanti modi per dipingere. Vi è anche quello di abbandonarsi al segno, di lasciarsi andare al colore, e di iniziare un dialogo oltre le parole con i sentimenti che segni, colore e parole indicano ma che solo la pittura evidenzia. Questo, per me, è Varisco. Cerchiamo l’assoluto, e maceriamo la mente nel tentativo di depurare al massimo – quasi fossimo monaci Zen – i nostri complessi elaborati dovuti al contesto complesso ed elaborato in cui viviamo. Eppure è così semplice: basta sentire. Questo per me è Varisco. Così me lo intuisco genuino e schietto, robusto e dolce all’un tempo, delicato sensibile e forte. Che è mai questo? È come il cavallo, che è un animale sensibile e forte, dolce e forte, gentile e forte: corre libero per i campi ma sa combattere in aspre battaglie reggendo il cavaliere catafratto: il bene e il male, la gioia e il dolore. Ecco perché Varisco dipinge con acutezza cavalli, e sa restituircene tutti questi aspetti con un sol segno, un solo animale raffigurato. Poi c’è il suo amore per la natura. Par quasi stemperare i paesaggi in un ruscello di montagna, non soffermandosi su dirupi e anfratti ma dolcemente restituendo il sentore del fieno essiccato, dell’acqua fresca. Non insiste nel particolare: suggerisce. Non violenta la tecnica: l’asseconda. Non intende mostrare una sua bravura nell’accademia formale, ma coglie la poetica del momento scelto, e ce la fa gustare. Per questo, prima volta nella mia vita e unica volta, ho scritto un testo senza elaborarlo, senza rileggerlo, senza correggerlo, di getto così come è uscito.
Poiché
per uno che come me ama i dolci, e divora i gelati, ecco: questa pittura
è come una torta con crema e castagne e cioccolata, oppure una Sacher...
Non accusatemi di rendere gustosa la pittura, è Varisco che ce la rende
gustosa, per il nostro piacere bambino di mangiare dolci e sonetti e
sogni.... Questa è per me la grande arte di questo semplice, genuino e
poetico pittore di paesaggi e cavalli, di momenti astratti e di sensazioni
dell’anima. E ne abbiamo proprio tanto bisogno, in un tempo come
l’attuale, buio triste feroce e senza fede» |
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Prof. GABRIELE MANDEL Direttore emerito dell’Istituto di Storia dell’Arte
all’Università IULM di Milano |