«Alessio
Varisco ritorna nella sua Lombardia, dopo un anno di mostre nel Centro
Italia, in particolare in Umbria, con stupefacenti svolte stilistiche.
Eravamo abituati ad un linguaggio astratto, ad opere fatte di colori,
in cui le forme delle campiture, la simbologia cromatica, il dinamismo
della pennellata tattile costituivano un complesso codice di rimandi a
valori spirituali. La storia della salvezza si svolgeva attraverso il
colore, senza rimandi oggettuali.
Ora Alessio ha riscoperto
le forme visive, le immagini della natura, spesso filtrate attraverso
una delle passioni artistiche, l’obiettivo fotografico e le forme
dei cavalli. Dall’incontro tra i disegni di teste di cavalli, in
cui l’attenzione si concentra sull’espressività dell’occhio
e i paesaggi montani nascono le teste dagli inquietanti cromatismi dei
cavalli dell’Apocalisse.
I paesaggi dell’Engadina
e del Maloja con i loro campi cromatici non omogenei, ma ben separati,
mostrano la lezione di espressionisti come Hodler e Nolde (Alessio dichiara
il suo debito verso il primo), ma sembrano anche suggerire la lumeggiatura
celeste-blu-turchese che trasforma il cavallo nero in una figura inquietante
ma non minacciosa (la bilancia è espressione di Giustizia, non
di necessaria condanna).
...e vidi apparire un cavallo nero, e colui che vi stava sopra aveva in
mano una bilancia... (Ap. 6,5)
Il primo piano giallo
-rosso del Maloja si ricollega alle fasce di sfondo del Cavallo di Camargue
immerso in un cupo verde d’erba, che si ritrova nel Cavallo verdastro
dal muso lumeggiato di giallo e di turchese, e dagli spettrali occhi ciechi,
bianchi: Morte.
...vidi apparire un cavallo verdastro, e colui che vi stava sopra aveva
nome Morte (Ap. 6,8)
Su opposta sponda,
a parere di chi scrive, si collocano i toni caldi che si insinuano in
Alba argentata e che dominano in Dreamer: le tranquille acque in cui si
specchiano i monti, l’espressione sonnolenta (o sognante, appunto?)
del cavallo suggeriscono una pace interiore contrapposta all’inquietudine
del blu e del verde dell’Apocalisse.
Attendiamo ora la
visione di Alessio del cavallo bianco e glorioso del Cristo trionfante...
...poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Chi stava
sopra è chiamato il Fedele, il Verace (...) Gli eserciti celesti
lo accompagnavano sopra cavalli bianchi. (Ap. 19,11)
...e vidi subito apparire un cavallo bianco e colui che vi stava sopra
partì vincitore. (Ap. 6,2)».
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