«Ho
conosciuto Alessio Varisco alcuni anni or sono a Monza. Era impegnato
in una profonda e sincera ricerca artistica legata a temi biblici. Ho
ritrovato ora un artista che, non dimentico della sua formazione e degli
interessi culturali che ancora persegue, è capace di esprimere
una propria forza espressiva raffigurando cavalli.
Non conoscendo particolarmente questa parte del mondo animale non posso
dire neppure di amarla. Frequentando i sentieri di montagna capitava,
anni or sono con maggiore frequenza che oggi, di incontrare i parenti
stretti dei soggetti di Varisco. Muli carichi di ogni genere di peso,
sotto cui la loro camminata era sempre ben equilibrata e costante, quasi
non sentissero fatica alcuna. Da ragazzo le corse, riprese dalla televisione,
dei famosi fratelli D’Inzeo mi appassionavano per la composta figura
che uomo e cavallo disegnavano nell’aria. Altro rapporto con questi
animali non posso vantare.
Quando Varisco mi ha presentato i suoi lavori, sono rimasto affascinato
da una capacità introspettiva che una guida attenta, come sanno
essere i grafici di queste tavole, ha posto sotto i miei occhi. Ben oltre
la sapiente mano dell’artista che con tratto sicuro e sprizzante
quella forza che raffigura in queste masse muscolari tese in cavalcate
o galoppate, forse sarebbe meglio dire, -e qui non me ne vogliano i cavalieri
e le amazzoni per gli svarioni su questa nobile arte- viene esaltata la
personalità di questi cavalli. Ognuno, e non solo nei pregnanti
ritratti ravvicinati, ha una sua modalità di mostrarsi, di -quasi
mettersi in posa- evidenziare i propri lati migliori. Non è facile,
anche chi è abile quanto Varisco nell’uso della matita o
del colore, rappresentare delle singole personalità di umani, ancor
più evidenziare età, caratteri, quasi i pensieri di queste
masse articolate di forza.
Ho visto poi anche le nuove ricerche artistiche sui temi biblici nelle
quali il tema della cavalcatura ritorna e attraversa tutto il mondo biblico,
Davide, Balaam e Geremia, ad esempio, l’asina dell’ingresso
a Gerusalemme e i cavalli apocalittici, oggi interpretati quali segni
di consolazione dagli esegeti biblici e non solo come annuncio della fine
di questa Era. Sono rimasto ammirato di come si possa continuare questa
attenta selezione. Le capacità tecniche espressive di Varisco hanno
trovato in questi soggetti un tema già a lui consono e teoricamente
già frequentato, ora in queste opere emergono le valenze del Maestro
d’Arte che è in grado di aiutare ad entrare in un soggetto
così particolare, anche se ben conosciuto nella storia dell’arte
-tutti ricordano i possenti cavalli della “Battaglia di Anghiari”
o i numerosi cavalli di De Chirico e Marino Marini, oltre i deformati
musi della picassiana “Guernica”- chi non è capace
di andare oltre l’immagine, quanto ami falsificatrice, della ripresa
fotografica o filmica che, nella apparente neutralità è
capace di mentire contrariamente al vibrante segno, a volte anche graffiante
e deciso che Varisco lascia su carta e tele in questa serie di interessanti
lavori. Auguriamoci che possa proseguire questo approfondimento, che ancora
molti amici gli permettano di avvicinarsi a questi grandi animali e altri
ancora ne desiderino conservare l’immagine là dove non è
possibile avere con sé il »
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