Piacenza, 16/ 11/ 2001 | ||||
La pittura di Varisco tra ricerca e l’acquisizione della libertà | ||||
«Alessio Varisco, un giovane certo, anagraficamente, ma ormai maturo artisticamente, perché sa arrivare, con le sue opere, nel profondo dell’osservatore che rimane coinvolto da quanto vede, metabolizzandolo secondo il proprio vissuto. L’Autore, vede la realtà con il suo mondo interiore, con la memoria, le sensazioni che gli sono congeniali, la tramuta in immagini che vengono “lette” dallo spettatore che, a sua volta, le traduce secondo il proprio codice, il proprio vissuto, la propria memoria. Così Varisco vede una realtà secondo le sue intuizioni, il suo passato, l’attuale, esprimendo tutto ciò in immagini reali, scevro e lontano dal virtuale oggi così diffuso, ed, ahimè, fine a se stesso. I
suoi cavalli sono animali reali che corrono liberi per un mondo che ora
va, via via, scomparendo. I suoi cavalli apparentemente assomigliano a quelli di tanti autori, ma sono autonomi, del tutto sganciati da forme conosciute; si distinguono dal déjà vu, diventando forme e sostanze autonome, segno evidente del raggiungimento di un traguardo personale importante, del tutto centrato. C’è
la ricerca e l’acquisizione della libertà, sganciato da elementi
di pura accademia, in cui l’animale rappresenta un simbolo di un’autonomia
personale, lontano da schemi arcaici pur nella rappresentazione strettamente
correlata ad un classicismo non di maniera ed inserito nella storia dell’arte
internazionale». |
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VINCENZO MAFFI DEI SIDOLI DI ROSSOREGIO |