Milano, marzo 1998 | ||||
E' bello farsi compagni del tuo viaggio | ||||
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«Alessio caro, hai chiamato “percorsi” il tuo lavoro di interpretazione della materia e dello Spirito che sono sempre indivisibili, specialmente nell’interiorità della Persona. Spesso qualcuno tenta scioccamente, ma vanamente di rompere quest’unità, anche col plauso di saccenti sapientoni, ma la verità è insopprimibile e s’affaccia da ogni finestra della realtà, nonostante tornaconti, interessi, punti di vista che sono occhi che non vedono, sempre parziali e spesso meschini. La tua ricerca mi desta interesse e gioia, perché viene da una interiorità sofferta e trasparente che accoglie la comunione positiva dello spirito e della materia. Mi è parso che il tuo “percorso” cominci dalla tua adolescenza, toccata dalla carnalità realistica del corpo femminile, così pesantemente espressa dai primi tuoi due disegni. Ma poi il percorso dell’intuizione interiore, abbagliata della luminosità della fede, ti ha condotto a manifestare in segni e colori la sublimità del Progetto sulla Persona, dando spazio all’immaginazione ispirata dalla realtà delle cose, della natura, dalla sua prorompente vitalità e dalla fede. Sei arrivato, finalmente, a “toccare” l’intoccabile mistero della vita, nel Mistero della Vergine Madre. SANT’AMBROGIO ha detto di Dio: “non horruisti virginis uterum (non hai avuto orrore dell’utero di una donna)” e tu arditamente, senza complessi, né paure hai, nel senso latino del termine, inventato luminosamente e manifestato significativamente, in figura materiale e spirituale ad un tempo, la Dimora che Dio si è scelto nel Grembo della (dal greco antico “Theotokos: Madre di Dio”) l’Hortus conclusus, il Fons signatus, che solo Dio poteva rendere fecondo e vitale, per generare l’uomo-Dio Gesù. Si può anche restare stupiti e forse allibiti da tanto ardimento! Tu interiormente gioioso del tuo cammino teologico e pittorico, da una visione carnale arrivi estatico ad esprimere senza ritegno, ciò che la Liturgia castamente e spesso richiama contemplando il Mistero dell’Incarnazione. E’ ciò che la preghiera a Maria ci fa contemplare e con innocenza riportare, quando Le diciamo, di Gesù, che è il “Fructus ventris tui”. E’ un’epifania, il tuo percorso, che poi esplode in altre visioni del Creato, dall’umano al divino ed invita, chi ha occhi puri, a partecipare e comprendere il tuo “andare” artistico. E’ bello farsi compagni del tuo viaggio, che non termina mai... Basta non avere “un cuore stolto e tardo a credere”, per diventare contenti della tua opera. Ci si accorge di una “presenza”; ma è sempre tardi parla “Lui” scompare alla vista carnale per renderci capaci di una vista spirituale più vera e profonda».
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Mons.
GIOVANNI MERLINI |