«Alessio
caro,
hai
chiamato “percorsi” il tuo lavoro di interpretazione della
materia e dello Spirito che sono sempre indivisibili, specialmente nell’interiorità
della Persona. Spesso qualcuno tenta scioccamente, ma vanamente di rompere
quest’unità, anche col plauso di saccenti sapientoni, ma
la verità è insopprimibile e s’affaccia da ogni finestra
della realtà, nonostante tornaconti, interessi, punti di vista
che sono occhi che non vedono, sempre parziali e spesso meschini. La tua
ricerca mi desta interesse e gioia, perché viene da una interiorità
sofferta e trasparente che accoglie la comunione positiva dello spirito
e della materia. Mi è parso che il tuo “percorso” cominci
dalla tua adolescenza, toccata dalla carnalità realistica del corpo
femminile, così pesantemente espressa dai primi tuoi due disegni.
Ma poi il percorso dell’intuizione interiore, abbagliata della luminosità
della fede, ti ha condotto a manifestare in segni e colori la sublimità
del Progetto sulla Persona, dando spazio all’immaginazione ispirata
dalla realtà delle cose, della natura, dalla sua prorompente vitalità
e dalla fede.
Sei
arrivato, finalmente, a “toccare” l’intoccabile mistero
della vita, nel Mistero della Vergine Madre. SANT’AMBROGIO ha detto
di Dio: “non horruisti virginis uterum (non hai avuto orrore dell’utero
di una donna)” e tu arditamente, senza complessi, né paure
hai, nel senso latino del termine, inventato luminosamente e manifestato
significativamente, in figura materiale e spirituale ad un tempo, la Dimora
che Dio si è scelto nel Grembo della (dal greco antico “Theotokos:
Madre di Dio”) l’Hortus conclusus, il Fons signatus, che solo
Dio poteva rendere fecondo e vitale, per generare l’uomo-Dio Gesù.
Si può anche restare stupiti e forse allibiti da tanto ardimento!
Tu interiormente gioioso del tuo cammino teologico e pittorico, da una
visione carnale arrivi estatico ad esprimere senza ritegno, ciò
che la Liturgia castamente e spesso richiama contemplando il Mistero dell’Incarnazione.
E’ ciò che la preghiera a Maria ci fa contemplare e con innocenza
riportare, quando Le diciamo, di Gesù, che è il “Fructus
ventris tui”. E’ un’epifania, il tuo percorso, che poi
esplode in altre visioni del Creato, dall’umano al divino ed invita,
chi ha occhi puri, a partecipare e comprendere il tuo “andare”
artistico. E’ bello farsi compagni del tuo viaggio, che non termina
mai... Basta non avere “un cuore stolto e tardo a credere”,
per diventare contenti della tua opera. Ci si accorge di una “presenza”;
ma è sempre tardi parla “Lui” scompare alla vista carnale
per renderci capaci di una vista spirituale più vera e profonda».

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