Maria,
donna dell’ultima ora
«Santa
Maria, donna dell’ultima ora, quando giungerà per noi la grande
sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto
a noi perché possiamo affrontare la notte.
Piàntati
sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre.
Liberaci
dallo sgomento del baratro.
Pur
nell’eclisse, donaci trasalimenti di speranza.
Infondici
nell’anima affaticata la dolcezza del sonno.
Che
la morte, comunque, ci trovi vivi!
Se
tu ci darai una mano, non avremo più paura di lei. Anzi, l’ultimo
istante della nostra vita, lo sperimenteremo come l’ingresso nella
Cattedrale sfolgorante di luce, al termine di un lungo pellegrinaggio
con la fiaccola accesa. Giunti sul sagrato, dopo averla spenta,
deporremo la fiaccola. Non avremo più bisogno della luce della fede
che ha illuminato il nostro cammino. Ormai saranno gli splendori
del tempio ad allargare di felicità le nostre pupille.
Fa’,
ti preghiamo, che la nostra morte possiamo viverla così.
Il
calore del tuo volto, in quell’estremo istante della vita, evocherà
dalle tombe mai aperte della nostra coscienza un altro istante:
il primo dopo la nascita, quando abbiamo sperimentato il calore
di un altro volto, che rassomigliava tanto al tuo. E forse solo
allora, sia pure con le luci fioche della mente che si spegne, capiremo
che i dolori dell’agonia altro non sono che travagli di un parto
imminente.
Santa
Maria, donna dell’ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci
ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche
del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo viso, non avremo più nulla
da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare, con i segni del pentimento
e con la richiesta di perdono, le ultime pendenze nei confronti
della giustizia di Dio. Mettici in regola le carte, insomma, perché,
giunti alla porta del paradiso, essa si spalanchi al nostro bussare.
Ed
entreremo finalmente nel Regno, accompagnati dall’eco dello Stabat
Mater che, con accenti di mestizia e di speranza, ma anche con
l’intento di accaparrarci anzitempo la tua protezione, abbiamo cantato
tante volte nelle nostre chiese al termine della Via Crucis:
“Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria.
Amen!”».
(da
“Maria, donna dei nostri giorni” di Mons. Tonino Bello, Vescovo
di Molfetta) |