Maria,
donna che conosce la danza
«Santa
Maria, donna che ben conosci la danza, ma anche donna che ben conosci
il patire, intenta , già sotto la croce, a come trasporre nei ritmi
della festa i rantoli di tuo figlio, aiutaci a comprendere che il
dolore non è l’ultima spiaggia dell’uomo. E’ solo il vestibolo obbligato
da cui si passa per deporre i bagagli: non si danza col guardaroba
in mano!
Noi
non osiamo chiederti né il dono dell’anestesia, né l’esenzione dalle
tasse dell’amarezza.
Ebbene,
donna dell’eclissi totale, ripeti la danza attorno alle croci dei
tuoi figli. Se ci sei tu, la luce non tarderà a spuntare. E anche
il patibolo più tragico fiorirà come un albero in primavera.
Santa
Maria, donna che ben conosci la danza, facci capire che la festa
è l’ultima vocazione dell’uomo.
Accresci,
pertanto, le nostre riserve di coraggio.
Raddoppia
le nostre provviste di amore.
Alimentaci
le lampade della speranza.
E
fa’ che, nelle frequenti carestie di felicità che contrassegnano
i nostri giorni, non smettiamo di attendere con fede colui che verrà
finalmente a “mutare il lamento in danza e la veste di sacco in
abito di gioia”».
(da
“Maria, donna dei nostri giorni” di Mons. Tonino Bello, Vescovo
di Molfetta)
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