Cattedrale di Milano
Gent.ma Sig.ra Teodolinda Varisco
Presidente Associazione Culturale “Técne Art Studio“
Monza (Mi)
«Qualunque espressione dell’Arte, di ogni tempo, al di là
di quanto l’autore dell’opera intendeva creare dal suo mondo
interiore e dalla sua ispirazione, è comunque, sempre comunicazione
ad altri di se stesso. Tuttavia ogni opera trascende la mente, il cuore,
la mano, le modalità con cui Egli ha voluto “inventare”,
trovare e tradurre originalmente qualche aspetto del proprio mondo e della
realtà storica e concreta circostante la sua personalità.
A tal punto un’opera trascende il suo autore che, si può dire,
non essere più sua ma di tutti, acquistando una caratteristica di
universalità cioè di disponibilità ad essere veduta,
guardata, osservata, contemplata, “toccata” (1Gv) per comprenderne
l’anima, il messaggio interiore nelle infinite possibilità
e varietà della materia con cui viene “esposta”, per
svelare la Bellezza, che non si confonde mai con gli schemi, i cataloghi,
le mode, le scelte commerciali, le filosofie da cui l’opera viene
imprigionata(2) e mortificata nella sua vitalità originale.
Un’opera d’arte è estremamente soggettiva ed enormemente
universale: così mi pare l’opera di Linda 50 che ha i limiti
di chi l’ha creata ma anche la grazia di proporsi come Dono irripetibile,
segreto, perchè ci si possa accorgere dell’anima che la vivifica;
“del genio femminile” che l’ha “inventata”
del divino che si è incarnato; della Bellezza che vi si nasconde,
espressa col linguaggio stupendo dell’umano, dalla materialità
della concretezza delle cose usate, secondo la capacità personale,
già efficacemente tante volte ormai dimostrata nelle varietà
delle composizioni che Linda 50 ha prodotto fino ad ora.
Il Cardinal MARTINI nel libretto: “Quale Bellezza salverà il
mondo” (alle pagg. 44-45) così si esprime: l’opera d’arte
è una rivelazione della Bellezza vera che è Dio, “a
testimoniare l’irruzione della Grazia divina nella nostra quotidianità”
... “è un annuncio della Bellezza che salva” ... “è
in grado di suscitare l’emozione propria del Mistero” ... “è
una freccia lanciata dall’interiorità, attraverso il linguaggio
della Bellezza, un sostegno alla contemplazione”.
In questo senso l’opera di Linda 50, al di là di quanto e come
uno sappia “intuire” la Bellezza, (l’autore trasmette
Bellezza, ma l’altro deve intuirla) nasce da una profonda interiorità
religiosa, che sa arrivare al cuore e “suscitare l’emozione
del mistero!”(5)
Certamente va riconosciuto a Teodolinda (ma questo pochi lo sapranno ammettere
e gioirne! -chi ha orecchi per intendere intenda-) di riuscire ad essere
nel mondo dell’arte quello che dice Giovanni Paolo II nella “Lettera
agli Artisti” (n. 15).
“Ogni autentica ispirazione racchiude in sé qualche fremito
di quel Soffio con cui lo Spirito creatore preveda, fin dall’inizio,
l’opera della creazione.
Presiedendo alle misteriose leggi che governano l’Universo, il divino
soffia dallo Spirito creatore, si incontra con il genio dell’uomo
e ne stimola la capacità creativa. Lo raggiunge con una sorta di
illuminazione interiore che unisce insieme l’indicazione del bene
e del bello e risvegliare in lui le energie della mente e del cuore, rendendolo
atto a concepire l’idea e a darne forma nell’opera d’arte.
Si parla allora giustamente, seppure analogicamente di “momenti di
grazia”, perchè l’essere umano ha la possibilità
di fare una qualche esperienza dell’Assoluto che lo trascende”.
Linda 50, non si fermi nel suo cammino artistico di ricerca e di espressione
della Bellezza e nemmeno arrenda alla difficoltà, ma crei ancora
“momenti di grazia”!
Chi avrà occhi e cuore vedrà, guarderà, osserverà,
contemplerà, intuirà il divino oltre la materia e comprenderà
al di là di ogni formalismo di comodo la verità, l’Amore,
la Bellezza, nonostante la propria deplorevole e pesante mediocrità
ed incapacità di scoprire, nelle quotidianità delle sue opere
l’irruzione inarrestabile e stupenda del divino».
Milano, gennaio 2000
(1) Si veda la Prima Lettera di Giovanni.
(2) “Imprigionata” come ancestrale dell’idea con la
materia imbrigliata come in “le Prigioni” di Michelangelo.
(3) Giovanni Paolo II.
(4) In “Quale Bellezza salverà il mondo”, Lettera Pastorale
di Carlo Maria Martini.
(5) C. M. MARTINI, Op. cit.
Mons. GIOVANNI MERLINI,
CANONICO DELLA CATTEDRALE DI MILANO