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Maria,
donna innamorata
«Santa
Maria, donna innamorata, se è vero, come canta la liturgia, che
tu sei la “Madre del bell’amore”, accoglici alla tua scuola. Insegnaci
ad amare.
Amare,
voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé. Dare
senza chiedere. Essere discreti al limite del silenzio. Soffrire
per far cadere le squame dell’egoismo
Santa
Maria, donna innamorata, visto che il signore ti ha detto: ”Sono
in te tutte le mie sorgenti”, facci percepire che è sempre l’amore
la rete sotterranea di quelle lame improvvise di felicità che, in
alcuni momenti della vita, ti trapassano lo spirito, ti riconciliano
con le cose e ti danno la gioia di esistere.
Aiutaci
perchè in quegli attimi veloci di innamoramento con l’universo possiamo
intuire che le salmodie notturne delle claustrali e i balletti delle
danzatrici del Bolscioi hanno la medesima sorgente di carità. E
che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in
una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere
la sera...da una rotonda sul mare: “Parlami d’amore, Mariù”».
(da
“Maria, donna dei nostri giorni” di Mons. Tonino Bello, Vescovo
di Molfetta) |